26 aprile 2010

IL RAGGIRO




G torna a casa esausto , dopo l’ennesima giornata conclusasi con 2 ore e mezza di straordinario non retribuito.
Poi è già metà Marzo ma fa ancora un freddo per girare con lo scooter. È proprio intirizzito.
Però è sollevato. Ha firmato il nuovo contratto.
Non è un aumento, né ha cambiato posto di lavoro. È cambiata la ragione sociale dell’azienda e i proprietari.
I nuovi soci, tra cui un ex collega di G, hanno prima fatto firmare le dimissioni volontarie a tutti i dipendenti per poi riassumerli sotto la nuova ragione sociale alle stesse condizioni contrattuali di prima.
Hanno dato la parola, e l’anno mantenuta anche se hanno fatto penare quasi 10 giorni i dipendenti prima di presentare il nuovo contratto.
Dieci giorni vissuti da G con l’ansia di chi ha 45 anni, 2 figli piccoli e di chi si fida troppo del prossimo e poi rimane scottato.
Ma lui lavora lì da 15 anni. È il capo progettista, perciò non ha nulla da temere, ha detto alla moglie il giorno che ha firmato le dimissioni spontanee. Vedrai che sono di parola. Hanno investito soldi per risanare l’azienda dare una svolta. Non bisogna preoccuparsi.
È anche vero però che da mesi G lavora in media 10 ore al giorno invece che 8. Ore non retribuite. Ha anche un sacco di ferie arretrare che non saranno pagate e che per il momento non gli fanno fare.
Sperava che il nuovo contratto avesse un ritocco verso l’alto. Non è stato così.
Però l’ha firmato lo stesso senza fiatare. Per la sicurezza del posto; per dare sicurezza alla sua famiglia.
Ora lo mostra a sua moglie che invece era diffidente verso la nuova proprietà.
Lei però nota qualcosa e sbianca.
Aggredisce il marito, che non legge mai quello che firma.
G è attonito, non capisce che ci sia che non va. È il contratto uguale a quello di prima.
No. Non è vero ribatte la moglie. Ed infatti gli fa notare che porta la dicitura a tempo determinato 60 giorni.
G sbianca a sua volta. Non sa cosa dire , balbetta.
La moglie che continua a dargli dietro. Che è uno sprovveduto, un ingenuo, che si fida troppo delle gente, dei furbi!
Cala il gelo per alcuni minuti.
Poi insieme si discute su cosa fare.
G. decide che la mattina successiva andrà prestissimo in ufficio in modo da incontrare uno dei tre nuovi soci e chiarire la faccenda.
Difatti il giorno dopo, poco dopo le 7.00 , è già davanti al portone della ditta.
Attende una mezzora prima che giunga uno dei soci. Quello che era stato suo collega.
Scende, si parlano.
L’ex collega cerca di tranquillizzarlo. Lui e gli altri due soci hanno messo investito molti euro. Sarebbe folle poi lasciare a casa le persone, soprattutto G che è capo progettista.
Come spiega però che il contratto è a tempo determinato 60 gg. G si è fidato e ora …
È stata un idea del commercialista, lo rassicura l’ex collega ora titolare, in questo modo ci permette di pagare meno tasse. Sono soldi risparmiati che ritornano utili per gli investimenti e i progetti che vogliamo fare.
Lo esorta a rimanere calmo. Vedrai che a fine Maggio il contratto sarà commutato in tempo indeterminato. Fidati.
G si fida e aspetta. Non ha altra scelta.
Fidarsi.
Parola grossa ai giorni d’oggi.
Parola pericolosa.

3 commenti:

Federico Simonetti ha detto...

ciao, ho fatto un giro sul tuo blog: molto bello e scrivi dei racconti molto intensi... complimenti!

Kappa ha detto...

Ciao Federico!
Grazie mille !!!
Purtroppo i racconti Raggiro, Ricatto e Sacrificio
sono episodi accaduti per davvero negli ultimi mesi a persone che conosco. magari fossero stati solo racconti...

pesa ha detto...

si chiama g.g. è nato e vive a milano. lui non si sente italiano.